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  • Avv. Edoardo Tamagnone

L'accettazione con beneficio di inventario e la rinuncia all'eredita'

Come evitare di rispondere dei debiti ereditari e tutelare il proprio patrimonio personale


accettazione beneficio inventario


L'apertura di una successione può riservare numerose sorprese agli eredi, specialmente laddove questi non siano del tutto a conoscenza dell'intera situazione debitoria del de cuius.

Può infatti accadere che gli eredi accettino tacitamente l'eredità (che è il caso di gran lunga più diffuso nel nostro Paese) e scoprano solo successivamente l'esistenza di debiti ereditari a cui dovranno far fronte con l'intero proprio patrimonio presente e futuro.

“Per evitare di far fronte ai debiti contratti dal defunto quando era in vita, l'erede può ricorrere all'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario che ha come effetto fondamentale la separazione del patrimonio dell'erede da quello ereditario.”

Ovviamente la prima questione da risolvere è se accettare o meno l'eredità. In alcuni casi si ricorre all'accettazione espressa dell'eredità, che consiste in una dichiarazione contenuta in un atto pubblico. Tuttavia la forma maggiormente ricorrente nella pratica è, invece, quella dell’accettazione tacita, che si può desumere, innanzitutto, dal compimento di un atto che testimonia la volontà di assumere la qualità di erede, come ad esempio nel caso la vendita di un bene ereditario, la stipula di un contratto di locazione, l'incasso di determinate somme di denaro.


Ma vi è un altro caso di accettazione tacita dell’eredità: si verifica quando il chiamato all’eredità, entro tre mesi dall’apertura della successione, non effettui l’inventario dell’eredità e la dichiarazione di accettazione con beneficio d’inventario. In caso di inerzia del chiamato all'eredità, nel possesso dei beni ereditari, questi diviene infatti erede a tutti gli effetti e non può più rinunciare all’eredità.


Come e quando effettuare l'accettazione con beneficio di inventario

In primo luogo bisogna distinguere se il chiamato all'eredità è nel possesso o meno dei beni ereditari. A tal fine si considera il possesso a qualsiasi titolo dei beni, quindi compresa la mera detenzione, anche a titolo precario, sia di tutti i beni ereditari che di una parte soltanto di essi.


Se il chiamato è già in possesso dei beni ereditari, allora dovrà effettuare l’inventario dei beni facenti parte l'eredità (indicando anche le passività) entro tre mesi dall’apertura della successione, pena la perdita del beneficio e l’acquisizione della qualità di erede puro e semplice. A questo punto, se l’inventario è stato predisposto nei termini, allora il chiamato all'eredità avrà 40 giorni di tempo per decidere se accettare o meno.


Una volta effettuato l'inventario il chiamato all'eredità potrà dunque avere ben chiaro se le passività ereditarie siano di importo maggiore rispetto alle attività, e, dunque, scegliere di rinunciare all’eredità, rendendo una dichiarazione in tal senso a un notaio o al cancelliere del Tribunale.


Invece, nel caso in cui, il chiamato all’eredità non sia in possesso dei beni ereditari, questi può scegliere di accettare l'eredità con beneficio d’inventario in un tempo molto più lungo, ovvero entro il termine di prescrizione di 10 anni dall’apertura della successione.


Con l’accettazione con beneficio d’inventario si crea un vincolo di destinazione sui beni oggetto dell'eredità: vengono destinati a soddisfare i creditori del de cuius senza che questi possano aggredire il patrimonio personale dell'erede. In questo modo l'erede beneficiato ha il diritto di disporre in modo pieno ed assoluto sui beni acquistati per successione ma tale diritto è limitato dal vincolo di destinazione impresso dalla legge al patrimonio separato. L'erede diventa, quindi, amministratore del patrimonio ereditario e ne deve disporre nell'interesse dei creditori.


Quando termina il beneficio di inventario

Soltanto una volta pagati tutti i debiti ereditari l'erede è libero di disporre di quanto residua senza aver timore di rispondere di quanto non versato ai creditori.


Ma come fa l'erede a sapere quando sono stati estinti tutti i debiti ereditari? Infatti fino a dieci anni dalla morte del de cuius (che coincide con il termine ordinario di prescrizione dei crediti) potrebbo manifestarsi nuovi creditori che non erano stati inclusi nell'inventario. In questo caso l'erede è tenuto pagare a misura i creditori che si presentano.


Per ovviare a questo inconveniente l'erede beneficiato potrà far ricorso alla liquidazione concorsuale dell'eredità, che prevede la fissazione di un termine a tutti i creditori per la precisazione dei crediti vantati nei confronti del de cuius, decorso il quale questi non potranno più far valere le loro pretese nei confronti dell'erede.



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